Care lettrici, cari lettori, vi invito a leggere “Voce” con grande attenzione. Anche questa settimana sono tanti (e interessanti) gli spunti, le riflessioni e le “chiamate all’azione” che lanciamo ai nostri lettori. A partire dalla prima pagina, in cui troverete una bella e sincera intervista a don Luigi Ciotti, un sacerdote che non ha bisogno di presentazioni. Abbiamo provato a “scavare” dietro all’immagine pubblica del fondatore di Libera, cercando di fare emergere il don Luigi che in pochi conoscono. Ci direte voi se ci siamo riusciti… Ho l’impressione che tutti (o quasi) trattino don Ciotti come un’icona, una bandiera della lotta alla mafia e dell’accoglienza verso gli ultimi. Pochi, però, hanno un reale interesse alla sua persona. Ho colto questo aspetto ascoltando le domande che gli sono state poste, quando don Luigi è venuto ad Alessandria qualche giorno fa su invito dei Lions. Mafia, Libera, e poi mafia, e ancora Libera… un vestito che con il tempo diventa stretto e logoro: un’etichetta incollata talmente bene che nessuno osa provare a staccarla. Ma don Ciotti è solo quello che fa? Mi torna in mente quella frase di Cesare Pavese, che svela qual è il vero bisogno di ognuno: «Bada bene. Tutti lo cercano uno che scrive, tutti gli vogliono parlare, tutti vogliono poter dire domani “so come sei fatto” e servirsene, ma nessuno gli fa credito di un giorno di simpatia totale, da uomo a uomo» (La letteratura americana e altri saggi, p.235). Ecco, ho provato a intervistare don Luigi da uomo a uomo. Ho incontrato una persona intelligente, carismatica, a cui oggi, forse, dovremmo cominciare a fare altre domande. Frutto di un giorno di simpatia totale.
Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it