Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho parlato di come alcune zone degradate nelle città rinascano grazie al “buono”, diventando luoghi di grande attrattiva. L’ho riscontrato a Brescia, dove Alessandro Lanzani, proveniente da una famiglia di macellai, ha acquisito uno stabile in disuso in una zona marginale e l’ha trasformato in un luogo di rara bellezza dove si va per bere e mangiare qualcosa e stare insieme in uno spazio accogliente. Accanto a lui altri hanno aperto attività contribuendo a rilanciare un’area che non aveva più attrattive. Anche in altre città troviamo storie simili: Lucca Cantarin ad Arsego (Pd), Davide Oldani a San Pietro all’Olmo di Cornaredo (Mi), Rovida Signorelli ad Alessandria. Queste storie insegnano che il buono scaccia il cattivo, nel senso che la chiave del gusto è talmente forte da ridare vigore al genius loci. Quindi vanno sostenute le attività imprenditoriali virtuose, anche le più piccole, che hanno un grande valore dal punto di vista sociale, economico e ambientale.
Paolo Massobrio