Il “nuovo” collegio Santa Chiara

Sono 22 i posti letto, di cui 18 in camere doppie e 4 in singole, che dal prossimo anno accademico saranno messi a disposizione dal Collegio Santa Chiara di Alessandria a studenti, docenti, tecnici, esperti e ospiti italiani e stranieri. Questo è possibile grazie ai due documenti firmati da Università del Piemonte Orientale, diocesi di Alessandria e Fondazione Cassa di Risparmio, e presentati in conferenza stampa dal rettore dell’Università professor Cesare Emanuel, dal vescovo di Alessandria monsignor Guido Gallese e dal presidente della Fondazione Cral Pier Angelo Taverna. Secondo gli accordi, l’Università verserà un importo complessivo di 58.740 euro alla diocesi, che garantirà i servizi di supporto, le utenze, gli oneri di legge legati all’occupazione dell’immobile, la manutenzione ordinaria e straordinaria, i servizi di pulizia e reception. La Fondazione Cral elargirà un finanziamento di 12.100 euro, che andrà a coprire parzialmente la spesa sostenuta dall’Ateneo. Gli accordi avranno validità dal 1° settembre 2018 al 31 luglio 2019. «Come vescovo sono contento di poter contribuire al superamento dell’impasse in cui la nostra città si trovava per l’assenza di una residenza universitaria» ha commentato monsignor Gallese, che ha sottolineato la soddisfazione della diocesi per questo ambizioso progetto.

Direttrice del nuovo collegio sarà la professoressa Carlotta Testa, che in diocesi manterrà anche la responsabilità della Pastorale giovanile e vocazionale. «Oltre alla gestione più pratica della struttura, mi attenderà il compito di fare di essa un luogo di accoglienza, di accompagnamento, di relazioni e di crescita» spiega la neo direttrice.

Lei è anche responsabile della Pastorale giovanile e vocazionale: conflitto di interessi, o un ampliamento del campo d’azione?
«Non credo vi sia un conflitto di interessi, anche se non posso nascondere un po’ di preoccupazione per questo ampliamento del campo d’azione: la carne al fuoco sarà davvero molta! Tuttavia ritengo che il mio impegno in Pastorale non potrà che essere un supporto a questo nuovo progetto. I due impegni hanno infatti un soggetto comune: i giovani, che sempre di più sono chiamati a stare al centro del nostro servire».

Quali sono gli obiettivi che vorrebbe raggiungere, professionalmente e umanamente?
«È una domanda difficile: mi trovo alla conclusione di un anno pastorale e lavorativo molto intenso e non posso nascondere le apprensioni che questo nuovo impegno mi genera. Desidero senza dubbio mettermi in gioco in questo progetto portando le mie capacità ma sapendo anche che c’è molto da imparare. Umanamente sarà un bell’esercizio delle mie capacità, che senza dubbio dovrò spendere al meglio. E poi sarà un ulteriore cammino spirituale: desidero crescere nell’affidamento alla Provvidenza e al Signore, che attraverso la mia Chiesa mi ha messo in questa nuova strada».

Si farà aiutare da qualcuno?
«Certo! Non si può mai fare da soli, a maggior ragione in un progetto tanto ambizioso quanto nuovo. Ci sarà una équipe per il Collegio, ma ancora preferisco non sbilanciarmi sui dettagli».

Ha già in mente quale sarà la prima cosa che farà, non appena entrerà nel suo nuovo ufficio?
«Nelle ultime settimane ho sognato tante volte questo momento: prima di tutto tirerò un sospiro di sollievo perché sarà veramente l’inizio di questa nuova avventura. Dopodiché credo che lascerò l’ufficio e come prima cosa cercherò di conoscere i giovani che abiteranno il Collegio».

Andrea Antonuccio

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