Sarà inaugurata sabato 7 aprile alle ore 17, nella Chiesa di San Giacomo della Vittoria ad Alessandria, la mostra “Giotto – La Cappella degli Scrovegni”, organizzata dagli uffici diocesani della Pastorale scolastica, giovanile e delle Comunicazioni sociali della Diocesi di Alessandria. Per saperne di più, abbiamo chiesto al professor Angelo Teruzzi, responsabile dell’ufficio scuola diocesano, di spiegarci come è nata la mostra e quali sono le sue peculiarità.
Professor Teruzzi, ci racconta come ha fatto a portare Giotto ad Alessandria?
«L’estate scorsa abbiamo proposto alle scuole superiori della diocesi un progetto di alternanza scuola-lavoro, il cui contenuto principale era dato dalla creazione di un evento culturale a cui gli studenti potessero dare il loro apporto di progettazione e collaborazione. Hanno accettato di partecipare due scuole: il Liceo scientifico “Galilei” e l’Alexandria International School».
Da lì che cosa è successo?
«Abbiamo individuato la mostra su Giotto, curata dal professor Roberto Filippetti, che da anni si occupa di spiegare in maniera coinvolgente e ricca di significato l’arte e la letteratura ai giovani, con l’obiettivo di portarla in città. Attraverso un percorso di formazione dei giovani coinvolti nel progetto».
Parliamo di questa formazione, allora…
«Siamo partiti con una trentina di ragazzi nel novembre del 2017, studiando inizialmente i vari aspetti dell’organizzazione: allestimento, comunicazione, segreteria, preparazione delle guide e dei laboratori didattici. Segnalo anche che i ragazzi, come parte importante del loro lavoro, sono andati a presentare la mostra in diversi istituti alessandrini. E molte scuole si sono già preparate per venire a visitare la mostra».
Gli studenti saranno le guide della mostra, dunque?
«Sicuramente. Dall’8 al 22 aprile, nelle ore di apertura della mostra, saranno proprio i ragazzi, accompagnati da pochi adulti, a gestire la mostra: apertura, guide, laboratori, bookshop e chiusura. Mentre sabato 7 aprile saranno impegnati nel momento della inaugurazione con le autorità alle ore 17 e alla videopresentazione serale delle ore 21. Quest’ultima si svolgerà nella Chiesa di San Giovannino in Corso Roma, e sarà guidata dallo stesso curatore della mostra, il professor Roberto Filippetti».
Qual è il valore educativo, per lei e per i ragazzi, nell’organizzare un evento di questo tipo? Perché questo, e non un altro?
«Da esperienze precedenti, abbiamo potuto constatare il grande valore educativo di sperimentare la bellezza nell’arte; in ogni arte, e in questo caso nella pittura di Giotto. Sottolineo due aspetti: uno è il valore proprio della grande arte, che comunica all’uomo uno “shock”, come diceva Benedetto XVI, risvegliandolo dal torpore, dalla quotidianità, permettendo di cogliere la realtà nella sua positività e nella sua attrattiva. L’altro aspetto è dato dalla mostra come strumento che consente di stare
di fronte alle opere con l’atteggiamento e i tempi giusti, favoriti dall’incontro tra chi guida, cioè i ragazzi, e chi è guidato, i visitatori. Visitatori che possono essere di tutte le età. Anche di quella dei miei nipotini più piccoli!».
Andrea Antonuccio