Si può scegliere di vivere. E di morire? #granellodisenape

Domenica 11 febbraio è la Giornata Mondiale del malato. Sono molte le persone che si trovano in questa condizione, alcune temporaneamente, altre per tutta la vita, fino alla sua fine. Chi si trova in questo stato può, meglio di chiunque altro, parlarci di che cosa è la vita e di quanto essa sia un dono prezioso da rispettare e proteggere. Nel 2016 abbiamo realizzato un video per la Veglia Vocazionale che raccontava le opere di misericordia corporale. Ricordo ancora oggi l’emozione nel sentire parlare l’operatrice dell’Hospice “Il gelso” che spiegava la differenza tra cura e terapia. Per alcune malattie, diceva, non esiste cura, mentre esiste una persona malata di cui prendersi cura. Su questo numero si parla della legge sul fine vita approvata a dicembre. Sono molti i dubbi
che ho a riguardo, ma la cosa che mi colpisce di più è che io possa decidere della mia morte in un momento della mia vita così lontano dalla morte stessa. Posso decidere oggi, in previsione di una futura malattia che mi rende incapace di autodeterminarmi, che nel caso in cui dovessi vivere biologicamente grazie alla tecnologia medica i medici saranno autorizzati, anzi obbligati, a “staccare la spina”. Ma come faccio io, adesso, così lontano da chi sarò quel giorno, a decidere della mia stessa vita? E se fossi ancora così vivo da poter guardare negli occhi chi mi sta uccidendo? Un’immagine spaventosa, decisamente lontana da Dio e dalla vita stessa.

Enzo Governale

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