Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho parlato di contraddizioni. A Venezia dei turisti giapponesi hanno pagato 1.100 euro per quattro bistecche in un’osteria mentre l’Italia è in crescita – dicono a Davos – e proprio il 2018 sarà l’anno del cibo italiano, anche se ancora non si sa cosa voglia dire. Da una parte ci sono i locali di lusso frequentati prevalentemente da stranieri che mettono ricarichi su ogni voce e dall’altra i locali etnici che vendono pesce crudo dalla qualità indubbia a prezzi stracciati e che sono frequentati dai giovanissimi, che così rischiano intossicazioni. Non si può pensare a una ripresa di facciata che ha le fondamenta d’argilla. Come si può correre ai ripari? Occorre uno spirito critico che metta le carte in tavola: non basta dire che l’Italia è il Paese più bello e più buono (nel senso del cibo) del mondo, bisogna anche essere credibili. Occorre dare una forma a quello che ha chiesto il Papa: “Una società giusta e inclusiva.”
Paolo Massobrio