L’intrattenimento o gioco, dall’inglese “entertainment” passa per le corsie del supermercato, o meglio, dai prodotti alimentari, inventando così il neologismo “eatertainment”, dal verbo “to eat”, che significa, appunto, “mangiare”. E l’appetitosa alleanza non avviene da poco tempo. Il primo esempio di questo genere di collezionismo risale addirittura al 1872; in quel periodo la ditta Liebig, produttrice dell’omonimo estratto di carne (i dadi da brodo non esistevano ancora) decise, per incrementare le vendite, di allegare in omaggio al prodotto delle figurine da collezionare, sia inserendole in alcune confezioni, sia consegnandole a chi restituiva alla compagnia un certo numero di punti per avere la serie completa. Le figurine Liebig veicolavano sempre in serie di sei esemplari e illustravano argomenti tratti dalla tradizione popolare, dalla letteratura, dalla geografia e dalla storia. Numerose erano le serie dedicate agli animali, alle piante, a personaggi celebri nel campo delle scienze o della politica. Le figurine Liebig furono editate in vari paesi europei con didascalie e spiegazioni in lingue diverse; molti raccoglitori collezionarono tutte le serie di una stessa forma linguistica, solo i più esterofili preferirono cercare la stessa figurina in tutte le varianti in cui era stata stampata. Al giorno d’oggi imperversano i social e non è poi un’eventualità così remota realizzare l’ultimo proposito ! Ogni azienda reca, in effetti, i vari contesti linguistici in cui opera già a partire dal relativo sito internet. La Ferrero, ad esempio, veicola già dagli anni Novanta le cartine illustrative delle sue sorpresine dipinte a mano in almeno una dozzina di forme linguistiche; le nostrane “Tartallegre” diventano, a seconda del contesto logistico, le “Tapsi Tőrtles”, le “Tiny Tortues”, le “Terrapins” e così via… Adesso il supermercato offre questi spunti ai collezionisti: si va dal camaleonte Carletto a Capitan Findus passando per Kinderino, i nanetti della Loacker, le Milkine e gli amici del Mulino… Anche il passato offre qualche chicca; ad esempio il giovane Lorenzo Bonifacio, che effettua sgomberi e svuota cantine (info: 366 4070583), ostentava all’ultimo mercatino dell’antiquariato cittadino, il pupazzo gonfiabile anni ‘70 di Susanna Tuttapanna, un gadget che si poteva ottenere solo raccogliendo i famigerati punti. Oggi come ieri i supermercati sono, quindi, un’oasi felice del collezionismo; ho con stupore notato che vengono perfino creati ad hoc dei gruppi su Facebook per scambiare i doppioni; il recente caso, per esempio, dei Rollinz 2.0 di Star Wars.
Mara Ferrari