La nuova Alessandria targata Marcolini è stata sconcertante, con un passo degno dello Zeman dei tempi migliori: in tre partite, tra Campionato e Coppa Italia, ha realizzato qualche cosa come nove reti, una media da promozione diretta in Serie B, e ne ha subite cinque, una media da piena zona retrocessione: in concreto, le ultime prestazioni hanno fruttato il passaggio del turno in Coppa Italia e tre punti in due partite di Campionato che non sono un bilancio propriamente disprezzabile, perché valgono più di due pareggi.
Quali conseguenze si possono trarre da questa nuova avventura appena iniziata? Marcolini, da un punto di vista squisitamente tattico, è per noi ancora ingiudicabile dovendo lavorare con una rosa squinternata frutto di un altrettanto squinternata campagna acquisti estiva (e con l’utilizzo dell’aggettivo “squinternata” non vogliamo certo mancare di rispetto ai giocatori ma sottolineare la mancanza di equilibrio e di lungimiranza delle operazioni che hanno condotto alla formazione di questa compagine). Per quanto invece attiene alla scelta degli uomini, il nuovo allenatore ha cercato di metterci del suo, puntando su elementi come Sciacca e Fissore in difesa, e sostanzialmente confermando gli orientamenti del suo predecessore dal baricentro in su: sembra che ciò abbia avuto un impatto piuttosto positivo sulla testa degli uomini ancor prima sul che sulle loro gambe.
Che dire, secondo la testa il Campionato dell’Alessandria promette di essere un’avventura da montagne russe e la fine del tunnel, se mai arriverà, almeno in questa stagione, è ancora piuttosto lontana ma, se non altro, l’arrivo del nuovo tecnico ha dato quella scossa agli uomini che ancor prima sulla testa che sulle loro gambe.
Che dire, secondo la testa il Campionato dell’Alessandria promette di essere un’avventura da montagne russe e la fine del tunnel, se mai arriverà, almeno in questa stagione, è ancora piuttosto lontana ma, se non altro, l’arrivo del nuovo tecnico ha dato quella scossa agli uomini che sembrava essere mancata con il pur serio Stellini. E adesso, aspettiamo e vedremo…
Silvio Bolloli