La vera Liberazione è Cristo #editoriale

Care lettrici, cari lettori,

le storie che leggerete questa settimana su “Voce” sono molto significative, perché testimoniano, nella varietà delle esperienze personali (alcune veramente drammatiche), che la liberazione dell’uomo non viene da un progetto di cambiamento della realtà, ma innanzitutto da un cambiamento di sé. Che, in termini cristiani, si chiama conversione. Già, ma “conversione” a cosa, o a chi? La risposta non è affatto scontata, anche se pensiamo di conoscerla.

Non è scontata, perché la vita presenta sempre il conto e una teoria, pur buona, non è sufficiente. “Era necessario che l’eroico diventasse normale, quotidiano, e che il normale, quotidiano diventasse eroico”: queste le parole che San Giovanni Paolo II pronunciò il 23 marzo 1980 parlando di San Benedetto. Mi sembrano ancora vere, ancora attuali. Il quotidiano che diventa eroico: non è forse questo che cambia e converte lo sguardo e il cuore, quando ci imbattiamo in qualcuno che vive l’ordinario in modo straordinario, la banalità in modo eccezionale?

Per questo vi invito a leggere con attenzione l’intervista in prima pagina ad Aldo Gastaldi, nipote del capo partigiano “Bisagno”. Un uomo che con la sua vita interamente offerta a Cristo ci testimonia (ora, adesso) che la fede c’entra con tutto. Anche con la Resistenza, anche con la Liberazione. È proprio vero che certa gente rimane sempre viva, e non muore mai. Nemmeno se l’ammazzano.

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