EDITORIALE – Ma la meta è la capanna di Betlemme
Le luci che si proiettano sul fiume fanno risaltare la spettralità di un’acqua limacciosa e violenta che trascina tutto con sé. La gente e i responsabili della sicurezza osservano il livello dell’acqua che sale in una attesa carica di apprensione e di memoria.
Le luci del periodo natalizio che illuminano le vie della città hanno un colore ed un calore diverso. Aiutano a guardare il mondo che ci attornia, ad incontrare, a vedere i volti delle persone che incontriamo e a leggervi le gioie, le speranze, le preoccupazioni.
Nell’attesa di un avvenimento che ha cambiato il mondo, anche se oggi sembra momentaneamente oscurato da una frenesia del vivere quotidiano e da una convinzione di immortalità, la scena cambia completamente con l’affacciarsi di un bambino che ha scelto di nascere nella povertà per annunciare una salvezza che gli uomini non possono dare.
Quel Gesù Bambino crea l’attesa di una speranza nuova e ci attende con fiducia e misericordia alla capanna di Betlemme.
Marco Caramagna