I migranti, i nostri figli, l’imbarazzo e Giobbe – l’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori, nel paginone centrale troverete un approfondimento su quel Decreto sicurezza e immigrazione che tanto sta facendo discutere in queste settimane. Ho chiesto a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, un commento a quanto sta succedendo in Italia sul fronte migranti. Lo ringrazio di cuore per il tempo che mi ha dedicato. È una delle interviste più interessanti da quando sono a Voce (e non per merito mio). E all’interno, a pagina 8 e 9, ci sono i punti essenziali del decreto, insieme con i dati del Ministero degli Interni. Voltando pagina, il pezzo con cui apriamo il giornale è l’intervista al nostro vescovo sulla strage alla discoteca “Lanterna Azzurra” di Corinaldo, in provincia di Ancona. Un evento terribile, che ha provocato sei vittime: cinque tra i 14 e i 16 anni, e una di 39. Ho chiesto a monsignor Gallese di dire una parola cristiana sulla vicenda, in mezzo all’inutile frastuono della comunicazione di questi giorni, imbarazzata di fronte all’aspetto più stringente della vicenda: la morte assurda di sei persone. Dico la mia, senza pretese, come padre di due figli (18 e 20 anni). Quando il sabato sera (non tutti) escono per andare in discoteca, nel retro del mio cervello si insinua l’ipotesi che, per qualche motivo, possano non tornare più a casa. E più provo a scacciarla, questa idea, più essa riaffiora, prepotente. Con essa, un altro pensiero: i miei figli, anche se li ho fatti io, non sono di mia proprietà. Colui che me li ha donati potrebbe in qualunque momento togliermeli. «Nudo sono uscito dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò. L’Eterno ha dato e l’Eterno ha tolto. Sia benedetto il nome dell’Eterno» (Giobbe 1,21-22). È possibile anche per noi recuperare un’umanità così?

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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