Che cosa c’entrano le fiction con le analisi sociologiche? Niente, si direbbe di primo acchito. La lettura di La geopolitica delle serie tv (Armando Editore, pp 143, euro 15) induce però a cambiare risposta. Il politologo francese Dominique Moïsi riflette sul fatto che per molti le serie televisive sono spesso diventate “il” riferimento culturale universale, prendendo il posto di ciò che nel XIX secolo erano i romanzi d’appendice: una descrizione della società con la contestuale creazione di una nuova mentalità. Così emerge un paradosso: «più l’America si ritrae dal suo ruolo di gendarme del mondo, più dubita di se stessa e delle sue capacità di controllare il suo destino, più la sua cultura estende il suo dominio attraverso le serie televisive» (p. 21). L’esempio più banale ma più efficace è che, quando una persona qualunque si trova davanti a un giudice, le viene spontaneo, proprio come nei film statunitensi, rivolgerglisi con l’appellativo “Vostro Onore” anziché “Signor Giudice” o “Signor Presidente della Corte”. In ogni caso, alcuni fenomeni producono oggi un disordine generalizzato: la perdita di monopolio dei modelli da parte dell’Occidente, l’implosione del Medio Oriente, il ritorno della Russia, il mutamento qualitativo delle classi dirigenti, ove prevale la verve sulla gravitas. L’analisi di Game of Thrones, Downton Abbey, Homeland, House of Cards, Occupied, Balance of Power veicola considerazioni che rafforzano queste quadruplici considerazioni. Insomma, secondo il libro l’analisi delle fiction aiuta a offrire una nuova luce sulla società contemporanea, a partire da un prodotto trasversale a età, sesso, condizione, censo, qualifiche e studi. Se si conclude che le paure del mondo sono essenzialmente quelle di tornare nel caos barbarico, precipitare nel declino, perdere il controllo del mondo, non essere all’altezza delle aspettative, rendersene conto, anche grazie all’aiuto delle pellicole, è il modo migliore per impostare una diversa strategia adottando una visione alternativa e un nuovo stile di vita.
Fabrizio Casazza