Strana la vita – Addio Carlo Vanzina

Domenica 8 luglio ci ha lasciato Carlo Vanzina, fratello minore di Enrico, sceneggiatore, e figlio del grande regista della commedia all’italiana Stefano Vanzina, in arte Steno. Carlo si è portato via con sé tutti i cinepanettoni, le risate leggere, quelle che dopo non ti fanno pensare a nulla. Una comicità semplice la sua, senza strutture complesse. Trame dirette che parlavano del continuo incontrarsi e scontrarsi dell’Italia “socialista” con quella dei nuovi ricchi. Un eccesso al ribasso e al rialzo: l’ignoranza e la semplicità incontenibile di un Mario Brega e di un Abatantuono, e gli eccessi di vita e ostentazione dati in carico al giovane De Sica e a Guido Nicheli. Il modo di Carlo Vanzina di fare cinema insieme con il fratello Enrico è stato giudicato spesso in maniera un po’ semplicistica. La memoria scivola infatti troppo facilmente alla comparazione con i capolavori del papà Stefano, che indubbiamente ha scolpito sulla pellicola un pezzo di storia italiana: quella interpretata da Sordi, Totò, Gassman e moltissimi altri. Ma così non vale. I momenti sono diversi e gli interpreti pure, non si può neanche pensare lontanamente di accostare i decenni
frivoli degli Anni 80 e 90 al dramma dell’Italia del dopoguerra (o degli anni a seguire). La trama era severa, si rideva per non piangere quando si guardava Alberto Sordi in “Un borghese piccolo piccolo”, diretto da Monicelli, primo maestro di Carlo. Da qui in poi la “sostanza” perde di intensità e con essa tutto ciò che ne fa parte, compreso chi la racconta. L’edonismo, tipico degli Anni 80, arriva galoppando e travolge tutto. Si passa dalla commedia al film comico: da una storia della quale si può anche ridere a una nella quale si ride e basta. Malgrado questo, Carlo Vanzina non perde un dettaglio di questa nuova società, descrivendocela nei suoi film in maniera molto precisa, mettendo sulla pellicola quello che avremmo visto appena usciti dalla sala cinematografica. Quindi, se il fratello Enrico decidesse di non proseguire da solo, l’Italia perderà il suo semplice appuntamento natalizio con il cinema che, seppur criticato, non ha mai mancato di fare record di incassi. Una sorta di “grande fratello” riproposto sullo schermo dove i personaggi vivono tutti insieme in un unico Paese: il nostro.

Andrea Allegra

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