Tutte le curiosità storiche sulla Madonna della Salve: dalla mediazione dei canonici ai due incendi.
LA STATUA DELLA SALVE
La raffigurazione più antica si trova nella Chiesa di Santa Maria di Castello ed è policroma. L’attuale statua, in legno di pioppo, dovrebbe risalire alla prima metà del 1400. Ci sono stati sulla statua tre interventi. Il primo nel 1800, quando, distrutta la cattedrale antica, la statua era stata portata nella Chiesa della Santa Trinità, dove attualmente si trova la casa di riposo di corso Lamarmora. A quell’epoca vi era l’abitudine di accendere i ceri e di notte si era incendiato tutto. Si è fusa la cassa argentea, ma la statua non ha subìto gravi danni ed è stata subito portata a Savona, dove è stato fatto un primo intervento, con le tecniche del tempo. L’ultimo intervento, più completo e con tecniche moderne, è stato fatto non molto tempo fa a Bergamo. Aggiungo che alcuni anni fa una signora lasciò in testamento una campana di vetro con sotto la rappresentazione della Salve e dell’urna della Madonna della Salve, per cui sappiamo com’era prima dell’incendio. La statua, essendo in legno, è vuota nella parte dietro. Dopo il restauro le donne della città hanno ricamato a loro spese un drappo che coprisse la parte posteriore della statua e ne arricchisse anche l’estetica. Anticamente, quando veniva portata in processione, la Salve era tutta coperta in oro, con collane e croci. Queste cose sono poi state ritirate e sono custodite in un caveau.
LA VERGINE CHE ESAUDISCE
Quando vi erano pestilenze, guerre o situazioni difficili, si portava in processione la Madonna della Salve, il crocefisso miracoloso, che troviamo all’ingresso della Cattedrale, e le urne dei santi patroni Baudolino e Valerio. Venivano portati in processione per ottenere la pioggia, per scongiurare il pericolo di peste o d’invasioni, e si dice che la Madonna proteggesse la città. Infatti il nome Salve è stato anche “interpretato” così: Sempre Alessandria la Vergine Esaudisce. Anche se in precedenza veniva chiamata Madonna dello spasimo, poi si chiamò Madonna della Salve perché davanti a questa statua, tutti i sabati, i sacerdoti della Cattedrale recitavano il “Salve, Regina”. In Cattedrale vi erano già altre statue della Madonna, come per esempio l’icona della Madonna chiamata “dell’uscetto”, perché nell’antica Cattedrale era vicino a una porticina. Poi vi erano anche la Madonna del Rosario e la Madonna Immacolata.
NAPOLEONE
La Madonna della Salve era venerata nell’antica Cattedrale e aveva un suo altare, che probabilmente è stato portato qui in Duomo, ma non è l’attuale altare. Sotto quell’altare è scritto «Stabat iuxta crucem», cioè stava sotto la croce. La sistemazione nella nuova Cattedrale non coincide con la precedente. Infatti, quando la vecchia Cattedrale è stata distrutta, tanti elementi sono stati dispersi nella varie chiese, anche perché la distruzione, per mano di Napoleone, avvenne molto in fretta, con i mezzi del tempo e con la mentalità del tempo, che non era di certo conservativa. La Salve, dopo l’incendio, è stata portata nell’attuale Cattedrale, che prima era la Chiesa di San Marco. Questa Chiesa, che venne ampliata e adattata a Cattedrale, era annessa al convento dei Domenicani, un convento molto importante perché qui, nei secoli precedenti, era la sede della Santa inquisizione. All’interno delle attuali colonne della Cattedrale sono conservate le colonne dell’antica Chiesa di San Marco.
GLI INCENDI
Il primo incendio del 1876 avvenne nella Chiesa della Santa Trinità, e per la ricostruzione intervenne anche papa Pio IX, con una ingente somma di denaro. Infatti oggi in fondo alla Cattedrale possiamo trovare la rappresentazione del Papa. Il secondo incendio del 1925 distrusse la Cattedrale danneggiandola gravemente: anche in questo caso il papa intervenne dando un obolo. La struttura pittorica attuale è proprio quella del 1925, restaurata adesso. Da quando sono parroco il mio compito è quello di restaurare tutto, riportando la Salve all’antica bellezza.
LE MEDIAZIONI DEI CANONICI
Proprio nella sala Capitolare della Cattedrale avvenne la mediazione che portò alla resa dei generali tedeschi, senza spargimento di sangue. Durò tre giorni, dal 26 al 28 aprile del 1945. I grandi mediatori sono stati certamente i sacerdoti: fu una mediazione difficile e con momenti d’incertezza. Si dice che la storia della Resistenza fatta da preti e suore è ancora da scrivere veramente. Nella nostra diocesi abbiamo avuto alcune religiose molto in gamba. Nel mio paese di Predosa, vi era suor Giacomina Peruggia, una donna eccezionale che diede rifugio a partigiani e ai nostri generali. I tedeschi se ne accorsero e un giorno le dissero: «Tu nostra nemica». Aiutate anche dalle persone del posto, le suore riuscivano a portare, sotto il mantello, vivande e cibo per i partigiani e per il popolo. Questa è una storia molto concreta, diversa da quella dei manuali di storia.