Il paradiso all’ultimo momento – l’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici e cari lettori, vi propongo l’ultima parte della preghiera del Santo Padre letta al termine della Via Crucis di venerdì 30 marzo al Colosseo: «Ti chiediamo invece, Figlio di Dio, di immedesimarci col buon ladrone che ti ha guardato con occhi pieni di vergogna, di pentimento e di speranza; che, con gli occhi della fede, ha visto nella tua apparente sconfitta la divina vittoria e così si è inginocchiato dinanzi alla tua misericordia e con onestà ha derubato il paradiso! Amen!». Dopo aver letto queste parole, mi è tornata in mente una frase del poeta francese Charles Péguy (1873-1914): «Per sperare, bimba mia, bisogna essere molto felici, bisogna aver ottenuto, ricevuto una grande grazia» (Il portico del mistero della seconda virtù, in I Misteri, Jaca Book, 1997, p. 167). Ho collegato tutto alla morte della quindicenne che mercoledì è morta sotto un treno alla stazione di Porta Susa, a Torino. Proprio adesso, mentre sto scrivendo questo editoriale, sul cellulare mi è arrivato un messaggio: un amico mi annuncia la morte di un giornalista di Torino, Mauro Pianta, 40 anni, che avevo conosciuto nel comune cammino di fede in Comunione e Liberazione. Mi chiedo come faranno a sperare nel Bene sua moglie e i suoi due figli piccoli; senza più un marito, senza più un padre. E che cosa avranno nel cuore i genitori di quella ragazzina che voleva andare a scuola, e invece ha trovato la morte? Bisogna proprio aver «ricevuto una grande grazia», come scriveva Péguy, per vedere nella «apparente sconfitta la divina vittoria», secondo le parole del Papa. Per derubare il paradiso, come il buon ladrone. Anche all’ultimo momento.

Andrea Antonuccio

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