In salute – Cupido fa bene al cuore

An Indigenous group who won a huge land title claim is partnering with a commercial tourism operator to bring visitors to its region. Indigenous community lets tourists in on newly won Australian homeland.

Un nuovo approccio terapeutico per far arrivare i farmaci rapidamente al cuore, attraverso l’inalazione di nanoparticelle “caricate” con i principi attivi. È quanto hanno sperimentato con successo i ricercatori dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr di Milano, in collaborazione con i colleghi dell’Istituto di scienza e tecnologia dei materiali ceramici (Istec) del Cnr di Faenza. Il metodo è stato sviluppato nell’ambito del progetto europeo Cupido, che si prefigge l’individuazione di efficaci soluzioni terapeutiche basate sulle nanotecnologie in ambito cardiovascolare. “Il merito è di un’innovativa molecola da noi brevettata – composta prevalentemente da fosfato di calcio, quindi altamente biocompatibile e biodegradabile – che riesce ad essere facilmente assimilata dalle cellule cardiache e, quindi, a trasportare il farmaco”, spiega Daniele Catalucci (Irgb-Cnr), coordinatore del progetto. “L’idea è quella di riprodurre i meccanismi tramite i quali alcune particelle inquinanti, come le polveri sottili derivanti dall’inquinamento automobilistico o da processi di combustione, una volta respirate riescono a oltrepassare la barriera polmonare e ad arrivare al cuore attraverso il sistema circolatorio cardiopolmonare. Abbiamo, cioè, sviluppato una ‘navetta terapeutica’ biocompatibile capace di viaggiare all’interno del corpo umano esattamente come fanno queste particelle tossiche, e di arrivare al cuore semplicemente per inalazione: qui il farmaco viene rilasciato senza necessità di iniezioni o altre metodologie invasive per il paziente”.  La sperimentazione su modelli animali ha dato riscontri positivi, con il miglioramento dello scompenso cardiaco e dell’insufficienza del miocardio. Per l’applicazione sull’uomo sono necessari ulteriori studi, ma questi risultati aprono di fatto la strada a un nuovo e importante utilizzo delle nanotecnologie in ambito medico.

Elena Correggia

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