Pastorale per la conversione ecologica
Il sociologo Ulrich Bech nel 1986 (anno del Disastro di Černobyl’) introdusse il concetto di società del rischio, attraverso un bel volume, un classico di chi si occupa di questo tema nelle società.
Il rischio non riguarda solo le catastrofi, oppure le pandemie, oppure le crisi economiche, ma comprende le dinamiche societarie, la cultura e il contesto ambientale e relazionale. È possibile parlare di prospettiva ecologica nello studio del rischio, come fenomeno integrale data la sua globalizzazione, nell’intensità e nella numerosità degli eventi, nella determinanza della componente umana nelle modifiche dell’ambiente e dell’urbanizzazione, nella natura socializzata dell’antropocene, nella consapevolezza dei limiti del sapere esperto.
Perciò, parlare della salvaguardia del Creato non può essere limitato ad un “francescano amore per la natura”, ma tutto si estende alla necessità di consapevolezza della vulnerabilità e della capacità di optare per uno stile resiliente. La vulnerabilità, fisica, economica, sociale, educativa, politica, istituzionale, culturale, ambientale, ideologica (e forse anche ecclesiale), necessita di un’azione di riequilibrio attivando meccanismi resilienti per fare fronte mentalmente, fisicamente ed emotivamente ad una crisi. Papa Francesco nel messaggio per la Giornata Mondiale di preghiera per la cura del Creato chiede tre trasformazioni: dei cuori, degli stili di vita e delle politiche pubbliche.
La trasformazione dei cuori «è essenziale se si vuole iniziare qualsiasi altra trasformazione». La conversione ecologica chiede di praticare un rispetto ecologico verso Dio, verso gli uomini di oggi e domani, verso la natura e verso noi stessi. La trasformazione degli stili di vita esige pentimento per i “peccati ecologici”, che danneggiano il mondo naturale e gli individui, perciò la moderatezza nell’uso delle cose, la gioiosa sobrietà, il riutilizzo dei rifiuti sono i veri atteggiamenti ecologicamente e socialmente responsabili.
E la trasformazione delle politiche pubbliche: per renderle efficaci nel diminuire il divario tra i pochi ricchi e i tanti poveri, esortando le nazioni a frenare il loro “debito ecologico” causato dalla industrializzazione e dalla urbanizzazione non rispettose dell’ambiente. Per dare spazio ad una riflessione sulla salvaguardia del Creato, l’evento organizzato dalla Diocesi di Alessandria e dalla Chiesa Evangelica Metodista di Alessandria di domenica 8 ottobre sarà occasione di confronto su questi temi, attraverso un incontro a tema, a cui seguirà un momento di preghiera e la piantumazione di un albero, concludendo con un aperitivo. Tutto dalle 18.00 presso la parrocchia del Cuore Immacolato di Maria.
La conversione ecologica è una “rivoluzione d’amore”: per i non credenti come capacità di scorgere la grandezza di ciò che l’uomo abita, e per i credenti come ringraziamento a Dio per il dono del Creato. Ma, in quanto rivoluzione, possiede uno slancio integrale poiché se è ecologico non inquinare, è ecologico anche lavorare in un ambiente sereno, è ecologico anche impegnarsi per una educazione di tutta la persona, è ecologico anche un ambiente familiare e sociale limpido. Dio vide che era cosa buona.
don Giuseppe Di Luca
Ufficio pastorale per la Conversione ecologica