Preferiamo la coerenza o la letizia?

L’editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

è bello per noi aprire Voce con la Madonna di Lourdes. Abbiamo intervistato Andrea Serra, presidente dell’Oftal alessandrino che sta organizzando il prossimo pellegrinaggio diocesano (dal 26 al 30 giugno). Gli abbiamo fatto molte domande e lui, come al solito, non si è nascosto dietro a frasi fatte o a citazioni più o meno bibliche (come fanno quelli che non sanno cosa dire). Andrea si è messo in gioco e, di fronte al nostro “incalzare” sulla fede (che è l’unico tema rilevante per il nostro settimanale, almeno fino a quando sarò io il direttore) ci ha dato delle risposte molto profonde e vere. Segno di un’esperienza cristiana in atto, che risulta assolutamente affascinante e alla portata di chiunque.

Mi hanno colpito queste sue parole, che riporto qui (l’intervista è a lato, leggetela): «Il pellegrinaggio di Lourdes non è fatto di dolore, ma di gioia. Perché molte volte le persone che vivono con un dolore sono più gioiose di noi». Impressionante. Come si può essere lieti, addirittura gioiosi, nel dolore? Eppure succede, a molti di noi (anche a me) è capitato…

Mi sembra che questa sia una delle prove, se non “la” prova, dell’esistenza di Dio. Qualcosa di inconfutabilmente “altro” da noi, un dono gratuito che ci viene fatto senza alcun merito. Insomma, una letizia che non viene dalla coerenza, uno dei termini meno cristiani che esistano: chi di noi può dire di essere davvero a posto, davanti a Gesù e agli uomini? Ci si converte per la “coerenza“? Ci sono persone che si credono dispensate dal peccato originale: si riconoscono subito, soprattutto per la mestizia emanata dal loro essere coerenti…

No, mi dispiace: preferisco riconoscermi peccatore (e dunque bisognoso della gratuità di Cristo) e andare, come un giorno farò, ai piedi della Madonna di Lourdes. A implorare quella gioia che il mondo non si spiega. E che spesso odia.

direttore@lavocealessandrina.it