“Alessandria racconta”
Nel corridoio di accesso alla sacrestia della Cattedrale di Alessandria è possibile individuare una grande pietra tombale affissa al muro. È l’unico pezzo superstite del sepolcro di Marco Cattaneo de’Capitani (o de’Capitaneis) vescovo di Alessandria per oltre vent’anni, che si trovata originariamente nel duomo medievale fatto abbattere per esigenze militari da Napoleone Bonaparte nel 1803. Il sarcofago, terminato nel 1484, fu realizzato in marmo bianco di Candoglia. Il presule, di cui spiccano ancora i marcati tratti somatici, è raffigurato secondo i canoni della scultura funeraria dell’epoca. «Bellissimo pure era il sepolcro di Monsignor Marco Cattaneo, la cui effigie, sebbene dal tempo e dagli strapazzi logora, si conserva tuttora in fondo al corridoio di passo che travasi laterale al moderno Duomo», ebbe a scrivere lo storico don Francesco Gasparolo.
Alcuni dubbi permanevano circa le esatte generalità dell’autore. Secondo Carlo Guasco, l’opera era stata commissionata, per una somma di cento ducati d’oro, allo scultore milanese Boniforte Solario. Il canonico Giuseppe Antonio Chenna lo attribuì invece a Pier Antonio de Solerio, architetto e scultore attivo a Milano nella seconda metà del XV secolo.
Nella Rivista di Storia Arte e Archeologia per la provincia di Alessandria (1898), Diego di Sant’Ambrosio si dichiarò d’accordo con Chenna, precisandone però il nome: Pietro Antonio Solari (detto Friasine), che lavorò anche a Mosca, chiamato dallo zar Ivan III Vasil’evič allo scopo di edificare le nuove torri difensive del Cremlino. Marco Cattaneo era nato nel 1398 a Novara da una nobile famiglia. Entrato nell’Ordine dei frati predicatori di San Domenico, diventò priore della chiesa alessandrina di Santa Maria dell’Olmo, che sorgeva nell’area compresa tra le vie Faà di Bruno, Lodi e Tripoli. Quando il vescovo di Alessandria Marco Marinone venne trasferito a Orvieto, al suo posto, il 31 maggio 1457, Papa Callisto III decise di nominare Marco Cattaneo de’Capitani.
Il nuovo episcopo si prodigò per aumentare le rendite della diocesi, soprattutto a beneficio dei poveri, e organizzò la struttura ecclesiastica con metodi innovativi, adoperandosi per garantire una maggiore istruzione al clero. Inoltre, come ricorda Carlo A-Valle nella Storia di Alessandria dall’origine ai nostri giorni: «Essendo stato eretto il vescovado di Casale nel mille quattrocento settantaquattro, il Tibaldeschi che primo l’occupò non aveva che ventiqualtro anni: quindi al Cattaneo ne fu data la direzione apostolica, finchè il Tibaldeschi non toccasse l’età sinodale». Il vescovo Cattaneo si spense venerdì 1 marzo 1478, lasciando in legato alla Cattedrale diversi oggetti sacri.
Mauro Remotti