Vita della Diocesi
Dopo la pausa estiva, riprendono con le prove di domenica sera 2 ottobre le attività del Coro diocesano di Alessandria: una realtà che da 31 anni si pone al servizio dell’animazione liturgica nelle principali celebrazioni diocesane in Cattedrale.
Le prove si svolgono presso la Sala Iris del Collegio universitario Santa Chiara di Alessandria e si articolano, con orario dalle 21 alle 23, le domeniche sera da ottobre fino alla metà di giugno coinvolgendo coristi che provengono da diverse realtà parrocchiali della Diocesi: sia della città di Alessandria che di altri sobborghi e Comuni del territorio diocesano.
L’esperienza di vivere la dimensione del servizio liturgico attraverso il canto è sempre stata molto “attrattiva” per le centinaia di componenti di questo particolare “coro di cori” (parrocchiali) che si sono avvicendati in tutti questi anni.
Costituitosi infatti nella primavera del 1991 come Coro giovanile diocesano per proporre ai giovani coristi delle Parrocchie a vivere l’appartenenza anche alla dimensione diocesana, il suo “inizio ufficiale” trova ragione in alcuni specifici fattori quali l’arrivo ad Alessandria dell’allora nuovo Vescovo monsignor Fernando Charrier, l’attivazione del Servizio di Pastorale giovanile e gli incontri denominati “Scuola della Parola” che furono l’occasione effettiva per l’aggregarsi di forze ed esperienze vocali, corali e strumentali all’origine del Coro.
Quale ulteriore elemento distintivo, che perdura tutt’oggi, vi è poi quello della disponibilità da parte dei coristi (che svolgono sempre il proprio servizio in totale gratuità) a cimentarsi – condividendo performance musicali normalmente a quattro voci – anche per l’apprendimento di nuovi canti da “riportare a casa” (nelle Parrocchie di provenienza) insieme a utili spunti per l’animazione liturgica.
Con la ripresa delle prove di domenica 2 ottobre, il Coro diocesano ritorna dunque in piena attività certo che, anche quest’anno, si potrà arricchire dall’arrivo di ulteriori amiche e amici che vogliano cimentarsi in un’esperienza dove il canto è “preghiera” e, al contempo, è risultato e strumento dell’impegno e della gioia di essere insieme a vivere la comune appartenenza alla Chiesa e specificamente alla sua dimensione di Chiesa locale.
Guido Astori
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