Elezioni comunali 2022
Sabato 28 maggio i candidati sindaco hanno incontrato pubblicamente il vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese, in vista delle elezioni comunali di domenica 12 giugno. Per chi non era presente all’evento, in questo Paginone riportiamo le risposte alle cinque domande poste dal direttore delle Comunicazioni sociali, Enzo Governale.
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Gianfranco Cuttica
Classe 1957, dal 2017 è sindaco della città e si ricandida con il centrodestra. Ha insegnato Storia dell’Arte al Liceo artistico “Benedetto Alfieri” di Asti e al Liceo linguistico “Amaldi” di Novi Ligure. È stato assessore alle politiche culturali ad Acqui (1993-1994), in Provincia (1994-1997) e al Comune di Alessandria (1997-2002). È sostenuto da Lega Salvini, Forza Italia, Cuttica per Alessandria, Per la nostra città, Fratelli d’Italia e Udc.[/box]
Alessandria città universitaria: quali prospettive?
«I corsi di Medicina, Fisioterapia e Infermieristica faranno incrementare, anno dopo anno, il numero dei giovani che verranno a studiare ad Alessandria. Il progetto del campus universitario è interessante, anche perché si creeranno spazi dove potersi confrontare, parlare, conoscere: una cosa estremamente positiva per coloro che frequentano l’università. E non solo».
In futuro un giovane alessandrino dove troverà lavoro?
«Per fortuna Alessandria ha delle realtà che danno delle possibilità nel mondo del lavoro. Penso al comparto della plastica, o alle nuove opportunità lavorative legate alla logistica. Ci sono però due ordini di problemi: quello della formazione e quello dei giovani che vivono ai margini della scuola o del lavoro. Dobbiamo occuparcene, anche con azioni sul sociale».
Ambiente, ecologia e fiumi: quale rapporto con la città?
«Alessandria ha vissuto un passato industriale che ha lasciato tracce indelebili, presenti ancora oggi. A quelle vecchie strutture si sono sostituite altre con produzioni molto delicate e problematiche, ma estremamente strategiche per il futuro. Dobbiamo avere un controllo assoluto su tutto, e vedere il tema della bonifica come un’opportunità che può creare lavoro».
Covid e guerra: lei come li ha vissuti? Come li sta vivendo?
«Abbiamo vissuto il Covid in Comune, in una situazione su cui all’inizio non c’era chiarezza. Io ho cominciato a sentir parlare di Covid nel febbraio 2020, mentre ero ricoverato per un altro problema. Il primario un giorno viene nella mia stanza e mi dice: “Sindaco, non ce la raccontano giusta su ‘sta roba qua che viene dalla Cina”. Da lì è scoppiata la fine del mondo».
Ma perché un cattolico dovrebbe scegliere lei?
«Se volete una battuta, votatemi perché sono un cattolico che tenta di comportarsi da laico nella funzione di sindaco. Questo spero sia un motivo valido. Io sono cattolico, ma nelle mie azioni di sindaco provo a fare il laico. Non per il gusto di esserlo, ma per rispettare tutti coloro che vivono in città e che possono avere un altro sentimento».