Festa del lavoro
La Festa del lavoro, o dei lavoratori, ha una lunga tradizione: il primo “Primo Maggio” nasce a Parigi il 20 luglio del 1889. L’idea venne lanciata durante il congresso della Seconda Internazionale, che in quei giorni era riunito nella capitale francese. Durante i lavori venne indetta una grande manifestazione per chiedere alle autorità pubbliche di ridurre la giornata lavorativa a otto ore. La scelta della data non era casuale: si optò per il 1° maggio perché tre anni prima, nel 1886, una manifestazione operaia a Chicago era stata repressa nel sangue.
Fino alla metà del 1800 i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, e spesso morivano sul luogo di lavoro. Ormai la prima motivazione originaria ha preso il sopravvento sulla seconda e in pochi, ormai, si soffermano sull’evidenza ancora attuale che di lavoro si può morire. Così ebbe a dire un grande pedagogo come don Luigi Giussani: «L’uomo senza lavoro, o meglio, senza lavorare, non esprimerebbe il livello fondamentale del suo essere. Non sarebbe se stesso, non potrebbe essere realizzato, felice. Egli sarebbe come un uomo che non sa amare, che non sa conoscere. Allo stesso modo che l’amore e la conoscenza, il lavoro mette in relazione la persona con la realtà e soprattutto con il mondo umano. Attraverso il lavoro l’uomo può amare, ha qualcosa da offrire, qualcosa per cui sacrificarsi e per cui stringere relazioni gratuite con gli altri».
Di lavoro si muore ovunque, anche nei Paesi civilizzati. I dati di mortalità sul lavoro nell’anno 2021 (report Inail) sono di 1.221 decessi in Italia, di cui 96 in Piemonte. La drammaticità di ogni incidente mortale sul lavoro è testimoniata da una bellissima poesia intitolata “Cava di pietra”, scritta dall’allora ventenne operaio Karol Wojtyla (salito all’onore degli altari come San Giovanni Paolo II) per commemorare un compagno morto nella cava Solvay dove lavoravano entrambi. La poesia è stata scelta dal comitato esecutivo Anmil come testo-simbolo, ed è stata incisa nella targa che il comune di Casal Cermelli ha fatto porre nel 2009 per commemorare le “morti bianche”.
Davanti a questo monumento l’attuale giunta di Casal Cermelli e il consiglio territoriale Anmil nella giornata del 1° maggio faranno memoria di tutti coloro che attraverso il proprio lavoro hanno contribuito allo sviluppo di questa nazione ma soprattutto di coloro che per questo loro impegno hanno pagato con la vita. Da anni l’Anmil cerca di essere presente nelle scuole per incontrare ed illustrare ai ragazzi l’importanza della sicurezza sui posti di lavoro, e quanto essa può dipendere dal modo in cui loro stessi si approcciano al mondo produttivo. Da questo dipenderà il nostro e il loro futuro: da come ci confronteremo con gli adulti di domani avremo realmente dato valore alla parola “lavoro”. E alla giornata “1° maggio”.
Francesco Margaria
Consigliere territoriale per Alessandria
dell’Associazione nazionale Mutilati
e Invalidi per lavoro
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