Aspettare un figlio come se fosse un Santo

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

in questo numero troverete tante testimonianze su missione, fede e dolore. Apriamo Voce con l’intervista di Alessandro Venticinque a Martina Fanti, nipote di Luciano Bottan, un missionario laico di Treviso che ha perso la vita in Africa. E a pagina 11 Alessandro ci racconta da par suo la vicenda di Daniele Potenzoni un ragazzo autistico della provincia di Milano che sei anni fa, in gita a Roma per andare all’udienza del Papa, a un certo punto è “scomparso” in metropolitana. E da allora nessuno sa più dov’è. La vicenda è nota, è finita sui giornali nazionali e in tv a “Chi l’ha visto?“. Federica Sciarelli, conduttrice del programma, ha anche scritto un libro su questo caso, così “assurdo” e così doloroso.

Il nostro Alessandro ha intervistato Francesco (nella foto), papà di Daniele. E da questo dialogo sono emerse delle riflessioni talmente umane (e cristiane) che mi hanno lasciato senza parole. E senza fiato. Per un attimo ho provato a immedesimarmi nella sua stessa situazione: un figlio, affidato a persone di cui ti fidi, che a un certo punto sparisce in un vagone della metropolitana della Capitale. C’è da impazzire, al solo pensiero.

Ci vuole davvero Qualcuno che ti dia la forza per sopportare un peso di questo genere, un’incertezza che non ti lascia dormire la notte… dov’è mio figlio? Che ne è stato di lui? Eppure, Francesco Potenzoni riesce a dire una frase colossale: «Non posso essere arrabbiato, perché Dio è buono, e non vuole il male di nessuno». E poi, ad Alessandro che gli chiede che cosa direbbe al figlio se lo avesse davanti: «L’abbraccerei e lo bacerei, con tutti quanti. Non gli chiederei niente, dove è stato e con chi. Poi gli faremmo una festa grande in paese, come quelle che si fanno ai santi».

Ecco un padre che ama davvero il proprio figlio. E lo aspetta come un Santo.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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