«La fuga nella pura dottrina è irrealistica»

Intervista a Benedetto XVI

«Finché nei testi ufficiali della Chiesa parlerà solo la funzione, ma non il cuore e lo Spirito, l’esodo (Auszug, ndr) dal mondo della fede continuerà». Benedetto XVI, 94 anni, interrompe il silenzio che aveva scelto di mantenere a partire dalla rinuncia del 2013 con un’intervista (per iscritto) alla rivista tedesca “Herder Korrespondenz“.

Al centro della riflessione del Papa Emerito ci sono la Germania e la Chiesa tedesca, che si trova in questo periodo a percorrere un cammino sinodale difficile e tormentato: basti pensare alle recenti dimissioni del cardinale di Monaco Reinhard Marx, respinte da papa Francesco. Benedetto XVI si attende «una vera e personale testimonianza di fede dai portavoce della Chiesa».

E critica le strutture della Chiesa tedesca: «Nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – ci sono molte persone in posizioni decisive che non supportano la missione interna della Chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza della istituzione».

Joseph Ratzinger non si ferma qui: a suo avviso, i testi ufficiali della Chiesa tedesca sono in gran parte scritti da persone «per le quali la fede è solo ufficiale». Del resto «l’espressione Chiesa ufficiale insinua una contraddizione interna tra ciò che la fede vuole e significa realmente e la sua spersonalizzazione». E in un altro passaggio dell’intervista mette in guardia la Chiesa da una «fuga nella pura dottrina» che sarebbe, scrive, completamente irrealistica: «Una dottrina che esistesse come una riserva naturale separata dal mondo quotidiano della fede e dai suoi bisogni sarebbe allo stesso tempo una rinuncia alla fede stessa».

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