La differenza tra potere e servizio

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

dopo la pausa estiva la Voce riprende a raccontarvi quello che gli altri, su carta, in tv o su Internet, normalmente non trattano (o trattano maluccio). Penso alle parole del Papa o dei vescovi, alla vita della Chiesa universale e a quella della nostra diocesi. A questo proposito, sul numero che avete in mano di novità ce ne sono tante, davvero rilevanti. A partire dall’avvicendamento, nel ruolo di vicario generale, tra don Vittorio Gatti e don Gianni Toriggia (leggi qui l’articolo).

Vi racconto un “dietro le quinte”: ho chiesto al vescovo e ai due interessati la possibilità di fare un’intervista a tre voci, e l’ho fatto per due motivi. Il primo è che le notizie “nostre” dobbiamo darle noi per primi. Il secondo è che il modo di spiegare certe cose non dipende solo dalla professionalità del giornalista, ma anche dalla notizia in sé.

Un esempio concreto: raccontare lo spostamento di un sacerdote da una parrocchia a un’altra, come succederà a breve per don Emanuele Rossi, che sarà parroco di Castellazzo Bormida e Castelspina (leggi qui l’intervista), non è come descrivere il passaggio di un calciatore da una squadra a un’altra. Così come l’ex vicario generale non è un assessore a cui il sindaco (ossia il vescovo) ha revocato alcune deleghe, affidandole a un’altra persona di cui si fida di più.

No, non è proprio così: che si tratti di farsi carico di una parrocchia, di un incarico in curia o di un ruolo laicale in una comunità, ciò che rende santo e vero ciò che ci viene chiesto è la prospettiva di servizio: non un “poterucolo” di cui vantarsi, ma un sacrificio (dal latino “sacrum facere”) che implica gioia, fatica e uno “scatto” nella fede. Elementi, questi, che don Vittorio, don Gianni e don Emanuele, insieme con il nostro vescovo, ci testimoniano con grande evidenza. Ben ritrovati, cari amici, e buona lettura!

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