“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Ci sono almeno tre buone ragioni che mi portano a ritenere che l’anno prossimo – edizione 2020/2021 del campionato professionistico italiano di terza serie – possa essere quello giusto per ritornare in Serie B, dopo un digiuno di oramai oltre quarantacinque anni. Vorrei però tranquillizzare subito quei due o tre miei lettori che, dopo queste prime battute, possono cercare tutti i ferri possibili a portata di mano (o ad ogni altro ammennicolo scaramantico) al fine di scongiurare pericolosi “effetti gufo” derivanti da quanto sopra. In realtà, il mio non è un augurio né un auspicio ma una semplice valutazione oggettiva che, come sempre, sarà destinata a fare i conti con la realtà del campo.
Vorrei però procedere con ordine: la prima ragione che mi induce all’ottimismo è rinvenibile nelle stesse dichiarazioni del patron, Luca Di Masi, che ha affermato, senza mezzi termini e come già fece fino a circa due tre anni or sono, di voler puntare a vincere il campionato con l’impiego di tutte le energie necessarie al raggiungimento di siffatto scopo. Le parole Di Masi, che ha accompagnato tali propositi con la presentazione del nuovo, illustrissimo, sponsor tecnico “Adidas” (oggetto dell’ultima edizione della nostra rubrica) non sono prive di valore poiché il prefato ha già dimostrato di essere in grado di offrire il meglio della piazza calcistica alla società che, da circa sette anni a questa parte presiede e quindi di saper trasformare in fatti, o meglio in giocatori di alto valore, i propri intenti.
La seconda ragione è che una novità molto importante, per certi versi inedita da quando Di Masi è sbarcato in riva al Tanaro, c’è e si chiama continuità: proprio quella virtù più volte dal sottoscritto invocata e che invece si era sistematicamente squagliata sull’altare della bulimia di successi del giovane patron preso a rivoluzionare allenatori e giocatori ad ogni pie’ sospinto (leggasi a ogni nuovo campionato). Di contro, la prospettata conferma dell’allenatore e di gran parte della rosa rappresenterebbero invece inequivoco segnale che Luca Di Masi, questa volta, vuole costruire in modo graduale senza stravolgere ma basandosi su un impalcato già esistente: la vera chiave, a sommesso avviso dello scrivente, del successo (leggi anche l’intervista al mister dei Grigi: L’Alessandria mi ha fatto diventare prima uomo, poi calciatore) .
L’ultimo, ma per nulla trascurabile aspetto, è maggiormente politico e riguarda l’ipotizzata riforma della Serie B, a partire dalla stagione 2021/2022, passando dalle attuali venti squadre a quaranta suddivise in due gironi. Se così sarà apparirà evidente la prospettiva di una massiccia promozione di formazioni dalla terza alla seconda categoria e l’Alessandria ha tutte le carte in regola per far parte di questa élite. Insomma, gli elementi per assistere ad una stagione storica ci sono tutti: poi, se son rose…
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