Per una fede non sentimentale, ma pratica

“La recensione” di Fabrizio Casazza

La casa editrice Jaca Book continua la pubblicazione delle opere di San John Henry Newman con “Maria” (pp 224, euro 16) e “Sulla preghiera” (pp 159, euro 16). Insigne erudito, nato in Inghilterra nel 1801, prete anglicano nel 1825, prete cattolico e membro della Congregazione dell’Oratorio nel 1847, cardinale diacono di san Giorgio in Velabro nel 1879, morto nel 1890, beatificato nel 2010, canonizzato nel 2019. In questa successione di date sta la figura di un personaggio poliedrico, fine intellettuale, apprezzato teologo, combattivo apologeta, zelante predicatore, instancabile ricercatore di senso.

Dieci anni fa l’oratoriano Edoardo Aldo Cerrato, attualmente vescovo di Ivrea, in un’intervista per questo giornale sottolineò che il santo mai cedette «a quella che egli chiamava la “apostasia dei nostri tempi”, cioè la persuasione diffusa che dove è in gioco il nostro rapporto con l’Assoluto possiamo pervenire soltanto a posizioni opinabili, sulle quali è di buon gusto accettare che ognuno la pensi a modo suo, senza poter affermare niente di stabile, e quindi nulla che meriti di esser posto a fondamento della propria vita».

Al contrario, come si evince dalla lettura dei sermoni e dei pensieri contenuti nei volumi che presentiamo, egli fu un cercatore di verità, mettendo a rischio per questo il suo indiscusso prestigio e la sua brillante carriera accademica, trovando nella Chiesa cattolica un porto sicuro. La sua spiritualità non fu mai vacuo misticismo: egli, al contrario, raccomanda che la fede «non resti allo stato di puro sentimento, senza alcuna applicazione pratica. [….]. Altri amano essere religiosi con le belle parole, gustano i racconti e gli inni sacri senza per questo divenire migliori» (“Sulla preghiera”, p. 111).

Benedetto XVI, suo grande ammiratore, disse che il ministero a cui «John Henry Newman fu chiamato comportò l’applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei più urgenti “problemi del giorno”. Le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo».

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