Oggi i medici sono pochi

“Fede e medicina” di Franco Rotundi

Quale sarà il futuro della Medicina? Che indirizzi deve prendere la politica e la ricerca? Parlo anche per me: cosa dovrà fare il medico? Probabilmente il momento di chiederselo era già arrivato prima, ma ora la pandemia ci pone questi interrgoativi in maniera drammatica.

Diciamolo subito, almeno noi: i medici prima di tutto devono pregare di più, affidarsi completamente al Signore e alla potente intercessione della santissima Vergine Maria. Non è una debolezza, ma una grande potenza, una potente ammissione di umiltà che ci farà trovare la giusta strada. Prima di tutto, oggi i medici in Italia sono pochi: molti, figli come me di un periodo altresì di pletora medica eccessiva, ora si trovano ad essere pochi a fronteggiare una situazione sanitaria esplosiva negli ospedali, sul territorio, che lo sarà ancora di più se altre epidemie, inevitabili, quasi “doverosamente” prevedibili. Riforma degli studi e del “numero chiuso” a facoltà e specialità, senza vincoli troppo stretti con un’Europa soffocante, sapendo come i nostri medici (lo dico senza tema di smentita) siano tra i migliori del mondo.

Inoltre: attenzione alla cura del paziente, non certo abbandono della ricerca e della prevenzione, ma politica attenta alla persona, alla cura, alla felicità del paziente e delle famiglie, non soltanto aderenza a protocolli e a linee guida di tipo scientifico, ma anche legale ed assicurativo, tutto meno che “Welfare”. Per di più, tra parentesi, assistiamo al fallimento mediatico e non solo dei protocolli, tanto che non sappiamo ancora quando potremo fare e non fare determinate cose dopo la pandemia, anche solo visitare serenamente un paziente ricoverato.

Non si dica più, in futuro, che un ospedale è “un costo”, che una Guardia medica o un medico di medicina generale possano essere sostituiti da una rete, da una raccolta dati o da una serie di email; che un chirurgo non debba imparare a usare le mani, perché ci sono delle macchine o computer che lo possono sostituire. Il medico deve sentire ancora più forte la sua missione, se fosse possibile, deve soprattutto fare una cultura e una politica demografica; ancora oggi ha un potere culturale e persuasivo notevole, nel bene, e purtroppo talora anche nel male.

Il medico può davvero cambiare la società, imporre come una prima terapia e prevenzione degli stili di vita veramente efficaci per portare, anzi riportare l’uomo nel progetto di salute più grande, fisica e spirituale. Logica della cura: del malato, non solo della malattia, affidandosi alla verità.

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