Assumere lavoratori domestici

Patronato Acli

Molti si chiedono se, in tempo di Covid-19, è possibile assumere un collaboratore familiare. La risposta è sì, perché il lavoro domestico non rientra tra le categorie sospese dal Dpcm. Il lavoro però dovrà essere svolto con assoluto rispetto delle norme previste sul distanziamento sociale – quando e dove possibile – e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale.

La paga minima contrattualmente stabilita e l’orario settimanale variano in base all’esperienza e alle mansioni che un collaboratore domestico è chiamato a svolgere. Per i contratti a ore non esiste un minimo orario da rispettare, mentre nei contratti in regime di convivenza i limiti orari variano in ragione del livello da ricoprire.

A seconda delle mansioni svolte e del grado di specializzazione, colf (si occupano degli spazi dell’abitazione familiare) e badanti (prestano supporto all’assistito e si occupano della pulizia dei locali in cui vive) possono essere inquadrate in quattro livelli e a ciascuno corrispondono due parametri: normale e super (quando si parla di mansioni rivolte alla cura della persona).

Per poter registrare e predisporre un contratto di lavoro domestico, il datore di lavoro e il lavoratore devono presentare i seguenti documenti: carta di identità e codice fiscale. Se una o entrambe le parti non sono comunitarie, è necessario il titolo di soggiorno, il passaporto o carta di identità e il codice fiscale.

Sul territorio della Diocesi di Alessandria sono presenti i seguenti sportelli del Patronato Acli presso cui è possibile rivolgersi per ulteriori informazioni:

  • Sede provinciale di Alessandria, in via Faà di Bruno 79 – 0131 251091 o 333 2994285;
  • Segretariato Sociale di Valenza c/o comunità parrocchiale, in via Pellizari 1 – 0131 943404 o 392 7051519.

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