Effetto coronavirus: scaffali vuoti e ansia anche nella nostra città?
Dopo le grandi città d’Italia come Milano e Torino, e centri minori del lodigiano e piacentino, anche ad Alessandria sembra emergere una certa ansia nei consumatori i quali, non eccessivamente fiduciosi delle prospettive future, hanno pensato fosse opportuno fare provviste in vista di tempi bui. Siamo andati a vedere come si presentavano gli scaffali di tre supermarket tra i più frequentati di Alessandria: Coop, Esselunga e Penny Market. In tutti i punti vendita gel disinfettanti e mascherine sono completamente esauriti (articoli comunque introvabili anche in farmacia). Avvicinandosi ai reparti di generi alimentari a lunga conservazione, come latte, scatolame e pasta, ci si accorge subito di una generale carenza di confezioni esposte, e lo stesso si può dire per farina, zucchero e sale. Pari merito per salumi e formaggi confezionati. A seguire ortofrutta, marmellate e biscotti.
Questa situazione, comunque, non ha nulla a che vedere con scenari di panico diffuso. Sicuramente gli acquisti hanno subito un deciso incremento: nei punti vendita Coop Liguria, per esempio, sono aumentati del 50%, una percentuale molto elevata ma non al punto da causare lo svuotamento totale degli scaffali. La cittadinanza sembra, almeno fino a oggi, aver reagito con una buona dose di prudenza, senza particolari forme ossessive. Di fronte a un’ipotesi di reale pandemia, le riserve alimentari del nostro Paese sarebbero sufficienti a soddisfare il fabbisogno di tutta la popolazione italiana anche per diverso tempo. La cosa certa è che, a fronte di tutti questi acquisti, in qualsiasi parte d’Italia vengano fatti, ci sarà una enorme quantità di cibo che andrà a male e finirà nella spazzatura. Uno spreco annunciato che grida vendetta, a fronte delle tante (e irrisolte) emergenze alimentari del nostro Pianeta.
Andrea Allegra