Alla fine di un processo di valutazione di un “male”, fisico, psicologico o spirituale, siamo soliti ricevere una terapia, che ci permette di guarire. Seguire una terapia significa occuparsi di un sintomo, di un organo specifico applicando processi già noti, dal risultato quasi certo. A questo termine viene contrapposto un altro termine, al quale spesso diamo lo stesso significato. La cura. La cura però si riferisce all’uomo tutto intero, non ad un organo o ad un singolo elemento. La cura è diversa dalla terapia perché considera il funzionamento dell’intero sistema dell’uomo.
Proviamo ad applicare questo esempio alla comunità, alla società.
La terapia, ovvero il saper fare le cose, il saper intervenire nel modo e nel momento corretto, riguarda l’IO: è una risposta dell’individuo ad uno stimolo, ma che passa.
La cura invece riguarda il NOI, viene trasmessa da una persona all’altra e per questo rimane forte nel tempo, anche nei momenti difficili che riguardano il nostro “io”.
Questo non vuol dire che siamo deboli, ma fragili e fragile vuol dire aver bisogno dell’altro, significa lasciarsi guarire. La terapia può anche non funzionare su un organo o un difetto genetico, ma la cura può sicuramente far guarire la persona, se disposta a lasciarsi guarire.