Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho parlato di vini naturali partendo dai risultati di una ricerca dell’Università di Torino, che hanno dimostrato che i vini naturali hanno differenti effetti sul metabolismo dell’alcol, ovvero fanno salire meno il tasso di alcol nel sangue rispetto al vino convenzionale. Nel frattempo, in Francia c’è chi si mobilita per difendere il vino di un produttore biologico, che l’Unione Europea vorrebbe distruggere poiché ha superato, anche se di poco, la soglia di acidità volatile. Sono già state raccolte moltissime firme in poco tempo a sostegno di David Sébastien, il vignaiolo della Loira. Di fronte a queste due notizie io sostengo che ci debba rifare alla legge del buon senso. Da una parte la ricerca di Torino meriterebbe di essere approfondita e qui entrano in gioco le istituzioni, che spesso si dividono tra gli interessi dei grandi e il sentimento popolare; dall’altra bisogna riflettere sul fatto che se un vino è prodotto come si deve non vuol dire che sia per forza buono. Perché il vino o è buono o non lo è: non ci sono altre vie. Se poi è buono e fa anche bene, meglio ancora!
Paolo Massobrio