Uno sguardo nuovo e vero sul lavoro – l’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori, c’è un tema che mi preoccupa, in mezzo alla burrasca quotidiana di notizie a cui siamo sottoposti, ed è quello del lavoro. Non tanto, o non soltanto, il tema della mancanza del medesimo (per i giovani, e non solo). No, in questo caso mi riferisco al modo di trattarsi, e di trattare gli altri, sul posto di lavoro. Intanto, mi pare che in pochi (mi ci metto dentro anch’io, onestamente) si rendano conto della grazia di avere un’occupazione. Pensiamo di essere bravi, o che sia tutto merito nostro se abbiamo uno stipendio e una posizione. Se fossimo più realisti, ci accorgeremmo che c’è gente migliore di noi che è a spasso e non trova nulla. Ma esiste, come dicevo, un altro aspetto da considerare, ed è il lavoro “mal trattato”: lo sfruttamento, minorile e non; il caporalato (di fronte al quale spesso chiudiamo gli occhi, tanto riguarda solo i migranti); il lavoro nero, che non ha diritti, ferie o salvaguardie. E poi c’è il lavoro perfetto, regolare, garantito. Solo che, in realtà, perfetto non lo è quasi mai: colleghi cattivi (non qui a Voce: per grazia di Dio, ci vogliamo bene e ci rispettiamo), sgambetti, mancate promozioni, stipendi e contributi non pagati (“Defraudare l’operaio della giusta mercede”: uno dei peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio). Ecco, domenica ci sarà la processione della nostra cara Madonna della Salve. Porterò davanti a Lei le mie ferite, le mie difficoltà e le tante gioie. Chiederò aiuto e protezione per i miei cari, certo. Ma su tutto chiederò uno sguardo più vero, mio e del mondo, sulla possibilità più grande che il Signore ci ha donato per contribuire alla realizzazione del suo Regno: il lavoro.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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