Dalle classifiche rilevate in rete emerge che la cucina italiana è sempre più amata. E non solo la cucina, ma anche – e soprattutto – i prodotti made in Italy. Da qui la proposta della giunta pentastellata di Torino di allontanare di almeno 400 metri i fast food dalle scuole. Sì, ma se tale progetto troverà attuazione sorgerà un altro problema: quale alternativa potremo proporre che sia centrata sul chilometro ravvicinato e sull’economia locale e che allo stesso tempo sia alla portata delle tasche dei giovani? Se si vuole davvero contrastare un modello che non ci appartiene, occorre chiedersi quale modello invece meriti di essere valorizzato e, una volta individuato, mettere in atto delle strategie affinché sia rispettato. Un’altra mia osservazione pubblicata su Avvenire riguarda l’importanza del silenzio, anche quando si mangia o si beve qualcosa di buono: sarebbe impossibile cogliere le sfumature di un vino in un locale assordante. Da un confronto con alcune maestre di scuola elementare è emerso che sono molte le classi che praticano il gioco del silenzio, ottenendo risultati interessanti sul fatto che mangiare non sia affatto un gesto meccanico.
Paolo Massobrio