#Latestaelapancia – Eppur qualcosa… si muove

La maggior parte della stampa alessandrina ha commentato con parole pesanti, da “patetico” a “fumoso e inconcludente”, incontro disputato dall’Alessandria in terra sarda: in realtà, l’Alessandria delle ultime tre partite qualche segnale incoraggiante lo ha fatto notare ma occorre aggrapparsi alla testa, molto più che non alla pancia, per poterlo cogliere.

Già, perché la pancia continua a nutrire grandi preoccupazioni (in parte a ragione) nei confronti di un gruppo che annaspa e che appare lontano anni luce dalla formazione protagonista delle ultime due Stagioni.

Ma andiamo per ordine: dire che l’Alessandria, nelle ultime tre partite, ha fatto segnare dei progressi sta anzitutto nei numeri, con cinque punti portati a casa – equivalenti ad una vittoria e a due pareggi – due soli gol segnati, questo è vero, ma appena uno subito.

È un po’ come dire che l’Alessandria è piuttosto corazzata nel reparto ar- retrato, che seppure a rilento sta riscaldando la Classica e che, in qualche misura, tiene botta.

E non c’è soltanto questo aspetto che deve indurre ad una prima visione incoraggiante dell’ultima fase dei Grigi, ma anche la considerazione di un possesso palla in netto aumento e di un posizionamento sul campo degli uomini che, piano piano, comincia trovare punti di riferimento di una certa sicurezza.

E allora cosa c’è che non va? Cosa impedisce ai Grigi di spiccare il volo?

Istintivamente, la prima considerazione che balza agli occhi è quella della anomala sterilità di un reparto offensivo che ha una media realizzativa da retrocessione e che desta veramente impressione per la sua incapacità di produrre goal.

Vi è poi un’altra considerazione da fare, ed è relativa alla grande frequenza di giocatori impiegati fuori ruolo (l’ultimo è stato Casasola, ad Olbia nelle inedite vesti di terzino sinistro).

E allora forse è il caso di porsi un’altra domanda: non è che questa Alessandria, in fondo in fondo, è una formazione mediocre, la cui mediocrità è frutto di una totalmente inopportuna campagna acquisti/cessioni?

È forse questa la chiave di lettura giusta, alla quale deve darsi solo una risposta: cerchiamo di raggiungere al più presto la tranquillità e poi, alla riapertura del mercato, pensiamo a potenziarci per poter rendere l’assalto a quei quartieri alti della Classi ca che, ad oggi, non appaiono roba per noi.

 

Silvio Bolloli 

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