Conciliare cultura e religione, insegnamento ed evangelizzazione è possibile per tutti, anche per i laici. Accanto a singoli corsi offerti a catechisti e operatori pastorali, l’insegnamento della religione cattolica è lo sbocco principale del corso di studi offerto dall’Istituto superiore di Scienze religiose (ISSR), con una laurea triennale e una magistrale in Scienze religiose. A noi studenti da subito è stato messo in chiaro che nei corsi accademici non si tratta di catechesi ma molto di più: è teologia (e non avete idea di quante specializzazioni abbia la teologia!), storia, filosofia, esegesi biblica, letteratura, scienze umane e molto altro. Gli studi teologici offrono così una visione a 360 gradi della vita dell’uomo che per sua natura tende al trascendente, infatti tutte le discipline sono strettamente interconnesse, perché tutte spiegano una sfaccettatura della nostra relazione con Dio. Ed ecco che uno studente (e futuro docente di religione) è preparato per destreggiarsi agilmente tra temi di bioetica ed ecologia, per passare dall’ebraismo all’induismo o dal tomismo all’esistenzialismo, ma conosce anche le principali teorie psicologiche e pedagogiche per dare ai propri alunni l’adeguato sostegno; non a caso l’ora di religione è da sempre percepita come un momento di dialogo, riflessione e confronto: un’ occasione, insomma. All’Issr ci insegnano ad avere un approccio di tipo scientifico agli studi religiosi e all’analisi dei possibili argomenti che potremmo svolgere durante le lezioni da insegnanti. Il binomio fede-ragione oggi, alla luce degli studi fatti, ha illuminato le mie conoscenze pregresse, dato nuovo vigore alla mia fede e reso la prospettiva della mia quotidianità più concreta, nel senso che so meglio dove e come dirigere le mie energie, per la pienezza di una vita cristiana. Come nasce questa «vocazione» di studente di Scienze religiose, oltre ad essere moglie e madre? Il mio interesse nei confronti di un percorso universitario in Scienze religiose nasce da un esempio positivo: la professoressa di religione del liceo che rappresentava perfettamente questo livello di preparazione. Allora perché non sperare di riempire le classi future di altrettanti educatori qualificati e desiderosi di essere a loro volta un buon esempio professionale e soprattutto umano?