Caritas Christi – L’esempio di Gesù ci sprona a fare il bene

Quest’oggi la carta è veramente gialla, si tratta di un articolo del 18 gennaio 1948 di Filippo Burzio del quotidiano La Stampa. Questo articolo è un invito gioioso alla “Carità vecchia parola” (titolo del ritaglio).

L’autore venne spronato alla redazione di questo, grazie a due amici che appoggiarono l’iniziativa per il soccorso nazionale ai disoccupati. Filippo Burzio si sentì chiamato a un dovere, l’appello governativo alla carità, al cuore, alla generosità spontanea degli italiani, in un periodo certamente non facile dove regnava una lotta tra partiti, che temeva la rivoluzione e l’inflazione sempre crescente avrebbe avuto un’importanza maggiore, ma… “Chi ha tempo di pensare ai disoccupati?” .

“…La carità è una parola un sentimento, al giorno d’oggi ben giù di moda. I ricchi vi rispondo infastiditi[…] I poveri non vi ripongono fiducia, i grandi partiti estremi la respingono con sdegno…”

L’autore afferma che la carità non è fatta di solo pane, infatti risolti problemi economici rimarrebbero sempre, gli infermi, i vinti, i solitari in questo deserto di carità. “se l’avvenire e ipotetico il presente, intanto, è spaventoso come non fu mai: poveri o disoccupati, schiavi o sofferenti a milioni”

Viene altresì affermato, giustamente, che la separazione delle classi sociali crebbe nei secoli ma mano che l’ispirazione cristiana si affievoliva, il feudatario era assai più vicino ai suoi servi che il moderno imprenditore. I rapporti sociali infatti non sono più ispirati all’amore e neanche alla carità, basterebbe un atto umano non imposto dalla morale ma semplicemente dal galateo (cedere il posto in tram, aiutare le persone in difficoltà, accompagnare i non vedenti ecc…)

La carità giova più a chi la esercita che a chi la riceve, ma la carità non si estingue nell’opera materiale di soccorso non è questo che conta ma il legame che si crea fra due spiriti la vita superiore che si sprigiona dall’atto, l’accedere a una sfera diversa e più alta di attività. Praticamente raggiungere… l’amor che move il sole e l’altre stelle.

Alessandro M. Capra

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