TURISTI per CASA – Si apre ora davanti a noi piazza Marconi, simpatico angolo della città, a circa la metà del quale troviamo un breve tratto porticato, disposto a ferro di cavallo, i cui estremi sono congiunti da un ponte di chiaro gusto ottocentesco e sormontato da una crestina all’esatto centro.
Varcandolo, lo spettacolo che abbiamo davanti a noi è imponente: la vastissima Piazza Garibaldi, progettata nel 1835 come cerniera tra la città storica e quella nuova che si andava costruendo verso sud, e una delle più grandi piazze porticate del Nord Italia.
Come quasi tutte le piazze di Alessandria, anche questa ha due nomi (si pensi a piazza Genova/Matteotti, Giovanni XXIII/del Duomo, ecc…), e infatti è spesso chiamata “la piazza del mercato”, nome che condivide con piazza della Libertà, la quale fa eccezione avendo ben più di due nomi, perchè in realtà i banchi erano ospitati qui fino a non troppi anni fa.
L’analogia con Piazza San Carlo di Torino salta subito all’occhio, e guardandola più attentamente, notiamo un tocco di finezza dell’architetto Ludovico Straneo: osservando la piazza in direzione dell’orologio, vediamo che i capitelli delle colonne sono ionici a sinistra, dorici a destra, e corinzi al centro, divisione che si trova anche in nei palazzi, le cui variazioni sono leggermente più severe o più estrose a seconda dello stile delle colonne.
Il maestoso spazio è poi coronato dall’orologio pubblico sulla sommità del palazzo più a sud.
C’è una storia toccante legata al palazzo dell’orologio fu donato da una mamma alla Croce Rossa per onorare la memoria del figlio morto durante la Prima Guerra Mondiale.
Fu la famiglia Borsalino a costruirlo, per adempire al contratto di appalto per la costruzione della piazza, che invece fu completata per i rimanenti due terzi dai Guerci (che legarono il proprio nome a due altri importanti edifici più o meno coevi, Villa Guerci e l’omonima Galleria).
Per altro, durante la costruzione, vennero alla luce i resti del neolitico. Erano i primi alessandrini… chissà se anche loro si lamentavano che lo spiazzo, che potrebbe essere il salone di rappresentanza della città, fosse occupato dai mezzi di trasporto dell’epoca.
E’ infatti dagli Anni 20 del XX secolo, quando tra questa e i giardini della stazione scorreva ancora il canale “Carlo Alberto” -ora deviato- che si susseguono progetti per abbellirla.
Ma l’ora del passeggio, e corso Roma ci invita a guardare qualche vetrina…
Matteo Zaccaro